mercoledì 5 dicembre 2012

Tu scendi dalle stelle

Tu scendi dalle stelle è probabilmente la più nota canzone italiana di Natale. Ognuno di noi l’ha cantata almeno una volta nella vita e resiste strenuamente anche in tempi in cui si sono imposti alla nostra attenzione canti provenienti da altre tradizioni.

Fu composta nel 1754 a Nola (alcune fonti riferiscono come luogo di composizione il paese di Deliceto, in provincia di Foggia) da sant’Alfonso Maria de’ Liguori. Sant’Alfonso non era nuovo all’attività musicale, visto che alla sua penna si ascrivono ben numerose canzoni spirituali, alcune delle quali a tema natalizio. Dal punto di vista ritmico l’autore scelse per questo brano il tempo in 6/8, tipico delle pive natalizie. Il testo originale è decisamente più ampio di quello comunemente noto:


Tu scendi dalle stelle,
o Re del cielo,
e vieni in una grotta al freddo e al gelo.
O Bambino mio divino,
io ti vedo qui a tremar;
o Dio beato !
Ah, quanto ti costò l’avermi amato!
A te che sei del mondo
il Creatore,
mancano panni e fuoco, o mio Signore.
Caro eletto pargoletto,
quanto questa povertà
più m’innamora,
Giacché ti fece amor povero ancora.
Tu lasci del Tuo Padre
il Divin Seno
per venir a penar su poco fieno.
Dolce amore del mio cuore
dove amor ti trasportò
o Gesù mio.
Perchè tanto patir? Per amor mio!
Ma se fu Tuo volere
il Tuo patire
Perché vuoi pianger poi, perché vagire?
Sposo mio, amato Dio,
mio Gesù t’intendo sì,
ah mio Signore!
Tu piangi non per duol ma per amore!
Tu piangi per vederti
da me ingrato:
dove sì grande amor, sì poco amato!
O diletto del mio petto,
se già un tempo fu così,
or Te sol bramo!
Caro, non pianger più, ch’io t’amo, t’amo!
Tu dormi o Gesù mio,ma intanto il cuorenon dorme, no, ma veglia a tutte l’ore.Deh, mio bello e puro agnello,a che pensi dimmi tu?O amore immenso!A morire per te, rispondi, io penso.
Dunque a morire per me,Tu pensi o Dio:e chi altro, fuor di Te, amar poss’io?O Maria speranza mia,se poc’amo il Tuo Gesù,non Ti sdegnare!Amalo Tu per me, s’io nol so amare!


Tu scendi dalle stelle è anche oggetto di un divertente aneddoto raccontato da Padre Giuseppe Pavone ad Antonio Maria Tannoia, che fu il primo biografo del santo.


Come abbiamo accennato in apertura questo brano fu composto a Nola nel dicembre del 1754, nelle imminenze del Natale. Il santo si trovava in quel luogo per predicare, nel corso di una delle sue missioni, ed era ospite di un sacerdote del luogo, don Michele Zamparelli. Sant’Alfonso, mentre si trovava in presenza dello Zamparelli, avrebbe composto il celebre canto. Il sacerdote chiese al santo di poterla copiare, ma questi disse che gliene data una copia dopo averla fatta stampare.
Poco dopo, sant’Alfonso si recò in chiesa per celebrare la messa di Natale, lasciando i fogli del componimento in vista. Lo Zamparelli colse l’occasione per copiarli e nascondere quelle copie in una delle sue tasche, prima di scendere a sua volta per la funzione. Arrivò in ritardo, proprio quando il santo stava per intonare il nuovo canto. Ma proprio l’autore all’improvviso si accorse di non avere le parole e mandò un chierichetto a chiedere a don Zamparelli: “quei fogli che stavano nel suo taschino”, cogliendo il sacerdote in flagrante.

Tra le tante versioni presenti in rete ho scelto di ascoltare insieme a voi questa, affidata alla voce di Lucio Dalla:




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